Non guidare... che devi bere!
LA CANOSA VINI PICENI
19.03.2014 14:39
Poggio Canoso è oggi un piccolo borgo Medioevale ai piedi del Monte dell’Ascensione, un tempo chiamato Monte Nero, dal greco Neridas – acqua – cioè monte ricco di acque. Dopo il 309 d.c. prese il nome di Polesio, dalla vergine Polisia, figlia del prefetto romano di Ascoli, che si convertì al cristianesimo; da sempre avvolto da un misterioso passato di antiche leggende, episodi affascinanti e riti magici, quando i suoi boschi ospitarono le feste primaverili in onore di Venere e Diana, solo dopo il XV secolo si chiamò Monte dell’Ascensione, quando si iniziò a festeggiare l’ascensione di Cristo con balli e falò che ancora oggi richiamano antichi riti pagani.
Poggio Canoso fu edificato tra il XII e il XIII secolo dai Monaci Benedettini di Farfa. Venne chiamato Poggio perché arroccato su di un poggio roccioso, Canoso sembra derivi dal latino canus, invecchiato – per il calcare biancastro sul quale è costruito – (viene chiamato anche Poggio Antico), o dalla sua forma, che può assomigliare ad un cane accucciato; tesi sostenuta anche dal fatto che nello stemma di Poggio Canoso è rappresentato un cane, in una posa fiera e di sfida.
I vigneti, la cui storia geologica risulta riconducibile a quella dell’intera dorsale appenninica, sono in linea generale di medio impasto, dalla reazione alcalina o sub-alcalina e con la presenza di banchi di calcare alterati di colore rosso; il perfetto rapporto tra magnesio e potassio di cui sono naturalmente dotati favorisce il corretto svolgimento dei processi fisiologici della vite. Alle altitudini maggiori corrispondono suoli meno profondi, anche se la marna alterata, esplorabile dalle radici, può essere assimilata al suolo stesso; le porzioni in basso invece, che vedono la prevalenza della frazione argillosa sulle altre classi di particelle, risultano dotati di maggiore profondità e sono più ricchi in potassio.
La scelta dei vitigni non poteva che ricadere sugli autoctoni, che i monaci benedettini solevano coltivare in queste terre già intorno al 1100, come Pecorino, Passerina, Montepulciano e Sangiovese. La distribuzione dei vigneti è stata stabilita in modo da conseguire, giocando sulle differenti altitudini ed esposizioni disponibili, le maturazioni degli acini, in modo naturale ed equilibrato, favorendo nei singoli casi, l’espressione più fedele possibile del proprio terroir. Ecco quindi perché troviamo il Pecorino ad un’altitudine di circa 400 m s.l.m. con esposizione a nord; il Sangiovese esposto a sud, ad un’altitudine superiore; il Montepulciano ad un’altitudine di circa 250 m s.l.m. ed esposto a sud-est. Alla mineralità dei suoli è in particolare legata la rilevante sapidità che contraddistingue sia i vini bianchi che i vini rossi. La freschezza dei primi è invece da imputare proprio alla combinazione di altitudine ed esposizione adottata per la coltivazione, mentre le sensazioni olfattive e gustative di muschio, menta e mughetto che caratterizzano i secondi, come la tonicità e la fragranza dei loro tannini, sono in parte da ricondurre proprio alla struttura e alle altre proprietà fisiche dei suoli.
Per fare un ottimo vino è indispensabile un’ottima terra. La grandezza del sistema Italia si spiega con l’eccellenza di singole zone che vanno necessariamente valorizzate. La Canosa è il primo passo dell’ambizioso progetto di Riccardo Reina: creare un gruppo di aziende regionali ad alta vocazione vinicola. La scelta di approdare a Rotella non è stata quindi casuale, ma ben oculata e determinata dalla peculiarità di questo territorio, dove posizione, clima, conformazione morfologica, un’ antichissima tradizione vitivinicola rappresentano il terreno ideale per tornare a coltivare vitigni autoctoni millenari.
Le Marche del sud hanno una grande vocazione per i vini rossi: peccato siano da sempre sottovalutate, strette tra l’Abruzzo e i bianchi delle Marche settentrionali, e condizionate da una grande difficoltà di chi produce a fare gruppo. Che è poi l’eterno problema dell’Italia! Per questo motivo l’azienda ha arricchito la propria produzione vinicola di due Brand dedicati alle regioni Veneto e Sicilia: Costa Farnel, linea di vini Prosecco e Spumante della zona di Valdobbiadene-Conegliano e dei Colli Euganei, e Le Ciache, linea di vini bianchi, rossi e liquorosi ottenuti dai vitigni autoctoni siciliani. Frutto dell’esperienza di Riccardo Reina nella produzione di amari e digestivi fusa alla tradizione ascolana dei prodotti a base di anice, sono invece i tre vini da fine pasto, ottenuti da Montepulciano, Pecorino e Passerina aromatizzati all’erbe aromatiche, china ed anice.
Ma La Canosa è anche una realtà vitivinicola giovane e moderna (l’età media del suo team è di appena 35 anni) che mira alla rivalorizzazione del territorio Piceno non solo attraverso una produzione enologica di alta qualità ma anche attraverso un impegno enoturistico. Dal 2014 è a disposizione di tutti coloro che vorranno vivere un'esperienza di relax una Casa Vacanza, adiacente alla cantina e dotata di ogni confort per trascorre del tempo, completamente immersi nella natura incontaminata del Parco dei Monti Sibillini, 30 km distante dal mare Adriatico. E il futuro potrebbe riservare altre meravigliose sorprese, con la ristrutturazione di altri casolari della tenuta e la creazione di un polo turistico mai realizzato in queste zone.
VINI BIANCHI
Peko’ deve il suo nome al vitigno Pecorino, la cui storia ha origine nella tradizione picena della pastorizia. Si narra, infatti, che durante la transumanza nelle nostre terre, quest’uva già matura fosse il cibo prediletto degli animali, di qui “uva delle Pecore”. Un vitigno antico e romanticamente simbolo di quel legame inscindibile tra uomo, terra e vita, che oggi, più che mai, vorremmo recuperare. Relegato ai margini del panorama enologico fino agli anni ’90, grazie ad un importante lavoro di ricerca e sviluppo avviato da aziende storiche locali, nel 2011 il Pecorino ottiene il riconoscimento della DOCG, entrando nel novero delle eccellenze produttive italiane. Un traguardo importante che riscopre ed afferma la qualità del vino piceno e la ricchezza della sua terra. Il nostro Peko’ è un vino giovane, di piacevole e viva freschezza, ma con un corpo ben strutturato. Al naso, vivaci sfumature verdi, gelsomino e mela in evidenza su uno sfondo di frutta tropicale. In bocca è ampio e fresco; mineralità e buona struttura ne mitigano la potenza alcolica. Lunga eco lievemente ammandorlata.
• ANNATA CORRENTE: 2012
• VITIGNO: Pecorino 100%
• GRADO ALCOLICO: 14% in vol.
• ABBINAMENTI: ottimo con pesce fritto, cotto alla griglia o brodetti di mare, ma molto bene anche con primi piatti in bianco e farciti, carni bianche in salsa a base di erbette, formaggi freschi o funghi.
• NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C) e servire a 8°-10°C.
• DURATA: da bersi preferibilmente entro due anni.
Il Servator era il conservatore dei documenti pubblici. Colui che rappresentava la memoria storica del territorio non poteva che dare il suo nome al nostro vino ottenuto da uve Passerina in purezza, vitigno autoctono per eccellenza, coltivato nelle Marche sin dal medioevo. Insieme al Pecorino, nel 2011 la Passerina ottiene il riconoscimento della DOCG, entrando nel novero delle eccellenze produttive italiane. Un traguardo importante che riscopre ed afferma la qualità del vino piceno e la ricchezza della sua terra. E’ un vino fragrante da bersi giovane e fresco, dai caratteri tenui e delicati a partire dal colore giallo paglierino. Naso floreale con sottile speziatura di tè e camomilla, che lascia il palato netto, asciutto, leggermente vivace con un piacevole finale.
• ANNATA CORRENTE: 2012
• VITIGNO: Passerina 100 %
• GRADO ALCOLICO: 12,5 % in vol.
• ABBINAMENTI: ottimo con antipasti di pesce crudo e frutti di mare, verdure fritte, salumi, formaggi freschi e primi piatti leggeri.
• NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C) e servire a 8°-10°C.
• DURATA: da bersi preferibilmente entro due anni.
VINI ROSSI

Muse’ è un espressione dialettale locale e deriva dalle parole Muso, Musino, Musetto, che nella lingua italiana vengono usate anche per descrivere i lineamenti delicati e gentili di un viso femminile. A quanti berranno il nostro vino, ci piacerebbe quindi trasmettere quella stessa sensazione di bellezza, eleganza e finezza che sa suscitare il bel viso di una donna, poiché Muse’ è la nostra creatura più meravigliosa e come tale non potevamo che celebrarla partendo dal suo stesso nome. Un Montepulciano in purezza dal colore rosso granato vivo con riflessi rubino intenso; svela un naso pulito e fine di bacche rosse fuse con sensazioni di tabacco dolce, cioccolato e pepe nero. In bocca è cremoso e pieno, consistente e tonico, con un lungo finale piacevolmente minerale e leggermente cioccolatoso.
- VITIGNO: Montepulciano 100%
- GRADO ALCOLICO: 13,5% in vol.
- ABBINAMENTI: eccellente con arrosti e grigliate, preferibilmente selvaggina, ma anche ottimo compagno di formaggi stagionati.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 18°C.
- DURATA: se ben conservato, oltre i 5 anni.
Questo assolo Sangiovese prende il nome dall’espressione latina “Nullius Diocesis”, usata per indicare l’autonomia religiosa di un paese, letteralmente: “non appartenente ad alcuna diocesi”. Godere dell’autonomia religiosa ai tempi dello Stato Pontificio di cui la nostra regione faceva parte, era sinonimo per i paesani di grande carattere, forza, caparbietà ed orgoglio. Il nostro Sangiovese, coltivato nelle vigne più alte della tenuta, esprime orgogliosamente la stessa forza di quegli uomini. Di colore rosso granato vivo con riflessi rubino intenso, al naso si presenta con note di bacche rosse fuse con sensazioni di tabacco dolce e cioccolato. Sul finale anche note speziate di cannella. In bocca ha un ingresso caldo e pieno, sensazione subito bilanciata da una buona spalla acida e leggera astringenza che dona corpo al vino.
- VITIGNO: Sangiovese 100%
- GRADO ALCOLICO: 13,5% in vol.
- ABBINAMENTI: si accompagna molto bene con piatti di carne alla brace e formaggi di media stagionatura.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 18°C.
- DURATA: se ben conservato, oltre i 5 anni.
La Theca Nummaria era la cassaforte dove si custodivano i documenti importanti. Montepulciano e Sangiovese, da cui viene ottenuto il nostro vino, rappresentano la preziosa espressione del territorio, custodendo nel loro dna la nostra lunga tradizione vitivinicola. Un vino assai accattivante a partire dal colore, rubino intenso con riflessi porpora. I profumi sono freschi e gradevoli, di fiori di campo, frutti di bosco e ciliegia. In bocca evidenti sono le note di amarena sotto spirito, accompagnate da sensazioni tanniche morbide, assolutamente in linea.Un vino di ottimo gusto e grande equilibrio complessivo.
- VITIGNO: Sangiovese 30% – Montepulciano 70%
- GRADO ALCOLICO: 13,5% in vol.
- ABBINAMENTI: ottimo con piatti ricchi a base di carne arrosto o alla brace, selvaggina e formaggi stagionati.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 18°C.
- DURATA: se ben conservata, oltre cinque anni.
Signator era il notaio, colui che garantiva la legalità delle carte, assicurando che le cose fossero “fatte per bene” durante il passaggio della terra di padre in figlio. Un bel blend di Sangiovese eMontepulciano che dà al vino un colore rosso rubino brillante; dal profumo moto fruttato, ciliegia in evidenza. Una bocca dinamica, equilibrata, con un ricco finale che invoglia alla beva.
- VITIGNO: Sangiovese 50% – Montepulciano 50%
- GRADO ALCOLICO: 12,5% in vol.
- ABBINAMENTI: ottimo con piatti ricchi a base di carni rosse e formaggi piccanti.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 17°-18°C, in calice ampio fine e trasparente, a stelo lungo.
- DURATA: se ben conservata oltre quattro anni.

Quando si parla della nostra regione Marche, nessuno mai pensa a una zona spumantistica d’eccellenza. Eppure, incredibilmente, è così! La nostra tradizione spumantistica nasce molto prima del Franciacorta: negli anni ’70, nel paese di Cupramontana esistevano ben venticinque aziende spumantistiche. Ma ancora più sorprendete è la notizia secondo cui il primo spumante al mondo sembra sia nato proprio in questa regione, per merito di Francesco Scacchi di Fabriano, almeno trenta anni prima del monaco francese Dom Perignon nell’abbazia di Hautevillers, eravamo nel lontano 1650. Anche la nostra azienda ha voluto rendere omaggio alla tradizione spumantistica secolare della regione, producendo due bellissime bollicine a base di Passerina e Sangiovese. Il nostro spumante Brut Passerina, dal colore paglierino brillante, al naso svela un equilibrato connubio di profumi fruttati, la mela in evidenza, e fresche sensazioni erbacee, che richiamano gli aromi dei tè e della camomilla. Al palato appare fresco e minerale, con buona persistenza finemente acida.
- VITIGNO: Passerina 100%
- GRADO ALCOLICO: 12% in vol.
- ABBINAMENTI: perfetto con primi piatti, in particolare risotti, ma anche un buon compagno per crostate di frutta fatta in casa o pasticceria secca.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 6°-8°C, in flute fine e trasparente, a stelo lungo.
- DURATA: da bersi preferibilmente entro due anni.
Quando si parla della nostra regione Marche, nessuno mai pensa a una zona spumantistica d’eccellenza. Eppure, incredibilmente, è così! La nostra tradizione spumantistica nasce molto prima del Franciacorta: negli anni ’70, nel paese di Cupramontana esistevano ben venticinque aziende spumantistiche. Ma ancora più sorprendete è la notizia secondo cui il primo spumante al mondo sembra sia nato proprio in questa regione, per merito di Francesco Scacchi di Fabriano, almeno trenta anni prima del monaco francese Dom Perignon nell’abbazia di Hautevillers, eravamo nel lontano 1650. Anche la nostra azienda ha voluto rendere omaggio alla tradizione spumantistica secolare della regione, producendo due bellissime bollicine a base di Passerina e Sangiovese. Il nostro Rosé Brutpresenta un colore rosato intenso, rivelando al naso delicate note di frutti rossi. Al palato è fresco e pulito, con buona persistenza finemente acida.
- VITIGNO: Sangiovese 100%
- GRADO ALCOLICO: 12% in vol.
- ABBINAMENTI: perfetto come aperitivo con salumi leggeri ( in particolare, con il prosciutto crudo nostrano), o con crostacei, frutti di mare, pesce azzurro alla griglia.
- NOTE DI SERVIZIO: conservare la bottiglia coricata in ambiente fresco (15°C. circa) e servire a 6°-8°C, in flute fine e trasparente, a stelo lungo.
- DURATA: da bersi preferibilmente entro due anni.
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